Articolo pubblicato sulle "le Montagne Divertenti" - N. 33 estate 2015
in occasione della 10' Edizione della manifestazione :
Nel giugno del 2006 alcuni frazionisti di Vetto si incontrano per pensare a qualche attività da proporre nel periodo estivo . Dopo discussioni e qualche perplessità nasce l'idea di una sagra a base di prodotti tipici e originali.
Originale e, inizialmente poco condivisa, anche l'idea di proporre un evento itinerante (senza posti a sedere) per le vie della vecchia contrada di Vetto e la degustazione di tanti piccoli assaggi al costo di un euro ciascuno.
Col senno di poi solo l'euforia, l'incoscenza e un po' di fortuna hanno costituito la molla che ha aperto la strada ad un'avventura che, grazie al buon affiatamento e alla reciproca stima tra i promotori, ha permesso alla macchina organizzativa, dopo dieci anni, di raggiungere risultati inaspettati.
Ma andiamo con ordine, la prima edizione è stata preparata in due serate, così, senza aspettative e grandi preoccupazioni. Il pensiero di fondo era, “tanto non viene nessuno”.
Avevo incaricato mia mamma di fare i taroz e di farne tanti. Pensavo a quel bel pentolone in cantina, ella invece aveva inteso quello più piccolo pensando che fosse già troppo grande. Al momento di portare il prodotto in piazza, i vari visitatori già arrivati con largo anticipo e richiamati da chissà quale aspettativa, si sono letteralmete buttati nella pentola, rubando cucchiaiate di tarozz fumanti e lasciando la Natalina quasi sconcertata.
Praticamente quelli che erano in fila per l'assaggio, sono rimasti a bocca asciutta.
Le altre postazioni, un pochino più fornite di prodotti (polenta, formaggi, salami, torte, frittelle) hanno fronteggiato l'onda dei visitatori per un po' piu' di tempo ma anche per loro il banco si è svuotato quasi subito. Questo anche perchè le razioni che dovenano essere assaggi (1 Euro ciascuno) , causa l'inesperienza erano razioni normali (panini imbottiti, piatti di polenta, fette di torta ecc. ecc), con la sorpresa e lo stupore dei commensali.
Solo le frittelle di menta della Ines, quelle di mela della Elsa, Lucia e Angela, e i tortelli con la marmellata della Gemma (chiamati impropriamente creps) hanno tenuto banco perchè la preparazione era continua e in diretta. Naturalmente i citati operatori erano in compagnia di tanti altri volontari che a sera, un po' stanchi e frastornati per il gran movimento ma contenti per la bella serata, hanno sbaraccato il campo e ripulito la via.
Da quella bella esperienza di dieci anni fa di strada ne abbiamo fatta tanta.
Come già ricordato, la fortuna del tempo ci ha sempre accompagnato lasciando lo spazio al temporale estivo, quasi sempre in agguato, solo a manifestazione conclusa.
Non e' facile individuare le motivazioni che permettono alla piccola frazione di Lanzada di organizzare e gestire un evento ormai caratteristico e originale della Val Malenco.
Non siamo in grado di fornire numeri di affluenza e presenze: per la nostra piccola frazione sono comunque grandi numeri, numeri che descrivono soddisfazione, entusiasmo, amicizia, collaborazione.
Ritengo infatti che il successo di questa manifestazione sia dovuto alla capacità di aggregazione e all'impegno di una intera frazione. Ormai i preparativi durano una settimana, senza contare il tempo dedicato all'organizzazione, e il giorno dell'evento (il primo sabato del mese di agosto) sono circa 150 le persone impegnate sul campo. Ragazzini, donne, uomini, anziani: tutti rigorosamente di Vetto (correggo ... rigorosamente originari di Vetto o con forti legami a Vetto) si animano, si trasformano si impegnano nell'accoglienza e nel far sentire i visitatori a proprio agio.
Tutti gli anni si aggiunge qualche evento o pietanza che caratterizza e incuriosisce: il cicc di polenta, il pan puciat con l'uovo, le frittelle di menta, i tarozz, gli sciatt, gli gnocchi con il cucchiaio, la minestra d'orzo, la trota in carpione, la pancetta arrostita, la birra distribuita in suggestivi e antichi locali, le tisane, il sapone artigianale, la pesca a sorpresa, l'intrattenimento per i bimbi , le gigantografie, le luci, i nuovi percorsi, …..insomma, si cerca nel piccolo di fare accoglienza.
Non ci resta che augurarci di continuare, migliorare, crescere ed essere orgogliosi delle nostre origini e tradizioni.
Rino Masa